Mi capita spesso di visitare diversi siti di gioielli, soprattutto per dare un'occhiata ai miei competitor. In particolare, mi concentro sulla ricerca di gioielli "artigianali". Esistono molte creative e artiste di talento: alcune hanno il proprio sito, altre vendono esclusivamente sui social, e poi ci sono quelle che, grazie a una comunicazione efficace, sono diventate vere e proprie influencer.
Spesso, però, mi imbatto anche in brand che definiscono i loro gioielli "artigianali", pur producendo collane, bracciali e ciondoli in grandi quantità e distribuendoli nelle gioiellerie a prezzi estremamente competitivi.
Vediamo pubblicità martellanti sui social, prodotti inviati agli influencer… ma viene spontaneo chiedersi: come può un prodotto realmente artigianale mantenere un prezzo così basso ed essere distribuito su larga scala?
Per spiegarmi meglio: i miei pezzi sono pochi perché li creo io, con le mie mani, uno per uno. Sono io a occuparmi della produzione, della distribuzione e della determinazione del prezzo. Il tempo che ho a disposizione per realizzarli è limitato, e i tempi per le creazioni su ordinazione sono inevitabilmente più lunghi.
Un bracciale che costa 6 euro, distribuito in tutta Italia e prodotto in grandissime quantità, tutte identiche, può davvero definirsi artigianale?
Me lo chiedo spesso, da artigiana quale sono, perché per me l'artigianato è sinonimo di unicità, di chilometro zero, di pezzi che non saranno mai perfettamente uguali tra loro.
L'artigianato è anche il legame con chi c'è dietro un prodotto, con la sua storia. Penso, ad esempio, alle botteghe di Santo Stefano di Camastra, qui in Sicilia. Ogni bottega ha la sua storia, il suo stile riconoscibile, le sue magnifiche ceramiche dipinte a mano.
Ogni pezzo è unico, magari con qualche piccola imperfezione che racconta il lavoro dell'artigiano.
Questo, per me, è il vero artigianato: il "fatto a mano" autentico, che porta con sé un'anima e una storia, e che non può essere ridotto a una semplice etichetta commerciale.